E adesso la vera partita
di Giuseppe Longo
E adesso? Spenti i riflettori sulle complesse operazioni di voto, causate da un Rosatellum di cui non se ne sentiva proprio il bisogno, e su una estenuante e atipica campagna elettorale, giocata più sullo spauracchio di un imminente ritorno del fascismo che sui problemi reali che attanagliano il Paese, comincia la vera partita.
Vincitori e vinti sono quelli che ogni persona di buon senso aveva ampiamente previsto. Come pure che non ci sarebbe stata una maggioranza parlamentare. In altre parole, il pasticcio che si ipotizzava si è puntualmente materializzato. E allora che fare? Un bel groviglio per il capo dello Stato che fra una ventina di giorni, eletti i presidenti di Camera e Senato, nonché formati i gruppi nei due rami del Parlamento, dovrà avviare le certamente non facili consultazioni.
Centrodestra, con guida Salvini supervittorioso, e Cinque stelle, con Di Maio nuovo re delle due Sicilie (come argutamente fatto osservare da Alessandro Sallusti), avrebbero davanti la strada spianata se trovassero un’intesa nonostante i proclami più o meno garbati che abbiamo ascoltato nei mesi scorsi. Si realizzerebbe una maggioranza di ferro, o meglio di acciaio inox, capace di approvare ogni provvedimento. Andrebbero bene anche M5S più Lega ovviamente con qualche robusto puntello.
Anche se non siamo in Germania, tuttavia l’accordo ricercato e faticosamente raggiunto da Angela Merkel con i socialdemocratici dovrebbe insegnare qualcosa. Due partiti o raggruppamenti premiati da quasi il 70 per cento degli elettori non possono farsi la guerra, o stare a guardare, bensì ricercare con determinazione un accordo. D’altra parte, anche Aldo Moro – di cui tra pochi giorni si ricorderanno i 40 anni dal rapimento da parte delle Brigate rosse – predicava intese (chi ricorda le famosissime “convergenze parallele”?) fra i due più grandi partiti popolari del tempo, pur diversissimi tra loro: democristiani e comunisti.
Gli italiani hanno detto chiaramente che vogliono essere governati da Centrodestra e Cinque stelle, mentre hanno bocciato senza appello il Partito democratico di Renzi che si è dimesso – anzi no! – con la chiara intenzione di continuare a dire la sua, a fare, si dice, l’ago della bilancia. Invece con molta probabilità si assisterà a un nuovo, detestabile mercato delle vacche: la campagna acquisti, se non è già iniziata, sta per partire. E i risultati, comunque, sarebbero tutti da dimostrare. Staremo a vedere: il film è appena cominciato. Però i protagonisti dovrebbero stare bene attenti a non tradire gli elettori che sono stati molto chiari, dimostrando peraltro di sapere rispondere per le rime.
a firma di: Giuseppe Longo
< N.d.R. un vivo ringraziamento al nostro caro amico Giuseppe,
per molti anni “illustre penna” del Messaggero Veneto, per questo contributo>