EX YUGOSLAVIA, ALBANIA E GEORGIA – MEMORIE DI VIAGGIO


di Gino Zangrando

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Il filo dei ricordi si lega alle vicende della storia

Viaggiando per periodi brevi fuori del proprio Paese non si possono avere informazioni approfondite sui luoghi in cui si è soggiornato , ma queste incursioni permettono di fare dei confronti tra quanto di nuovo abbiamo scoperto e le nostre esperienze precedenti. Questo ci dà spesso nuove idee o spunti di riflessione, che certamente non hanno fondamenti scientifici, perché vengono da esperienze parziali, ma danno prospettive nuove . Questo almeno è successo a me. Grazie a brevi soggiorni in Georgia, Albania e nell’Istria croata ho notato nostalgie per le rivoluzioni comuniste, subite da quei territori, simili a quelle in Italia per il fascismo. Gli apologeti dell’Italia in camicia nera le attribuiscono fondamentalmente tre meriti, sorvolando sull’annullamento della libertà e sulle violenze : la realizzazione di grandi misure di giustizia sociale, la sicurezza contro la criminalità e la crescita del prestigio internazionale del Paese. Ho notato idee simili riguardo al comunismo in Georgia, Albania e Istria.

Sono stato in Georgia nell’autunno del 2012 ospite di un amico che lavorava come funzionario civile per la missione di monitoraggio internazionale dell’Unione Europea istituita dopo la fine del conflitto con la Russia. Non ho potuto interagire più di tanto con la popolazione locale, ma ho notato la guerra di propaganda che vi era, e credo vi sia ancora tra anti russi e filo russi sul personaggio storico più tristemente conosciuto del Paese: Iosif Vissarionovič Džugašvili meglio noto come Stalin. Il dittatore è odiato dai primi, che spesso non lo vedono come georgiano, mentre i secondi tendono ad una sua glorificazione. Nella capitale Tbilisi a ricordare gli orrori del comunismo vi era il museo dell’invasione sovietica . La nazione caucasica fu annessa all’impero zarista all’inizio del XIX secolo. Dopo la rivoluzione d’Ottobre il Paese ebbe un’effimera indipendenza per essere poi a breve fagocitato dall’Urss. Per questo il museo di Tbilisi era dedicato all’ “invasione sovietica” . Visitando Gori, la città natale di Stalin , l’atmosfera cambia completamente. Il viale principale della città, filorussa, è dedicato al dittatore con tanto di indicazione in inglese “Stalin Avenue”. Abbondano gli edifici storici di epoca sovietica e vi è un grande museo apologetico del dittatore e delle conquiste sociali e militari del socialismo reale.

Ho visto nostalgie per il regime comunista anche in Albania. Qui il dittatore Enver Hoxha impose un’ideologia fanatica ed isolò il Paese dal Mondo. Eppure camminando ho potuto incontrare chi ha nostalgia per l’Ordine Socialista. Sono stato in Albania nell’agosto del 2015 per un trekking di gruppo sulla via Egnatia. Durante la prima tappa del cammino tra Durazzo e Golem eravamo accompagnati anche da Auron Tare, direttore dell’agenzia per la costa nonchè uomo politico ed ex atleta molto conosciuto. Durante il cammino Tare è stato fermato da un anziano ed un suo collaboratore ha tradotto il dialogo ad una ragazza del nostro gruppo. Il vecchio ha chiesto a Tare di attivarsi per la zona periferica tra Durazzo ed il centro marino di Golem perché secondo lui la situazione era molto peggiorata dalla caduta del regime. Qualche giorno più tardi, tra Memzote e Peqin, abbiamo incontrato un albanese immigrato a Carpi che era rientrato a casa per le ferie. Come la stragrande maggioranza degli albanesi era mussulmano, ma ci ha espresso la sua preoccupazione per l’avanzata di un Islam radicale finanziato dalle monarchie del Golfo Persico che hanno portato in alcune zone a spiagge per sole donne velate ed ha quasi espresso rimpianto per il passato ateismo di Stato. Per altri aspetti del regime come la durezza contro il crimine le sue nostalgie si sono fatte più esplicite. “Quand’ero più giovane c’erano dei banditi che hanno fatto delle violenze a Durazzo. Hoxha li fece giustiziare allo stadio e fu giusto così. In ogni caso io e la mia famiglia non abbiamo mai avuto guai con il regime. Ovunque tu sia se rispetti le regole non hai problemi” ha concluso.

Da quanto ho capito sono diffuse nostalgie per il passato titino nell’Istria croata dove sono stato in visita ad un’amica lo scorso luglio. E’ stata lei a spiegarmi che in quella regione vi è molto rispetto per il passato regime mentre nell’interno della Croazia vi sono sentimenti politici opposti. La mia amica, nata negli anni Ottanta, riconosce l’assenza di libertà del passato , ma ne sottolinea la solidarietà sociale ed il ruolo internazionale ottenuto dall’Jugoslavia con il movimento dei Paesi non Allineati. A ciò va aggiunto il ricordo che la fine del regime jugoslavo è coinciso con le guerre civili degli anni ’90.

Viaggiando ho quindi visto la nostalgia delle rivoluzioni comuniste anche da chi le subite. Un fenomeno di cui ignoravo l’esistenza. Va notato che le nostalgie per un regime autoritario o totalitario sono spesso tollerate da istituzioni democratiche insediatesi dopo la sua fine. L’eventuale nostalgia per la democrazia o la l’aspirazione verso di essa in uno Stato autoritario è invece rigorosamente perseguita.

 

 

< N.d.R.  un vivo ringraziamento al nostro nuovo amico Gino Zangrando,

già  “penna” della Tribuna di Treviso, per questo contributo>

 

 

N.d.R  –  Gino Zangrando, laureato in scienze della comunicazione e giornalista pubblicista, è appassionato di storia, attualità, viaggi, natura e di cultura a tutto tondo.  Dal 2012 scrive sulla Tribuna di Treviso.

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