di Judith Bergman   29 aprile 2019

Pezzo in lingua originale inglese: EU’s Collusion with Iran    Traduzioni di Angelita La Spada

L’obiettivo principale dell’Instex, lo Strumento a sostegno degli scambi commerciali, è quello di garantire che l’Europa – e potenzialmente i Paesi terzi – possa continuare a fare affari con i mullah in Iran senza rischiare sanzioni da parte degli Stati Uniti per aver violato delle sanzioni americane.

Federica Mogherini,  il capo della politica estera dell’Ue (piazzata su quella poltrona dal PD ed in particolare da Renzi.- N.d.R.) , sembra fortemente impegnata a garantire che l’Iran e l’Europa continuino a beneficiare di vantaggi economici dall’accordo sul nucleare iraniano illegale, non firmato e non ratificato. La Mogherini ha ribadito che l’Iran sta rispettando il PACG. Non è così. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo, riferendosi ai documenti sequestrati da Israele, ha dichiarato che l’accordo sul nucleare è stato “costruito sulle menzogne”.

Nessun tipo di violazioni dei diritti umani, per quanto atroci possano essere – o di azioni terroristiche contro i propri cittadini o di inganni per acquisire una tangibile capacità nucleare da scatenare contro Israele, gli Stati Uniti per poi infine minacciare l’intero Occidente – si direbbe scoraggiare l’Ue dalla sua collusione criminale con l’Iran. L’Europa pare determinata ad andare incontro alla distruzione in piena consapevolezza.

L’Unione europea ribadisce che l’Iran sta rispettando il PACG.  Non è così.  Il segretario di Stato americano Mike Pompeo, riferendosi ai documenti sequestrati da Israele, ha dichiarato che l’accordo sul nucleare è stato “costruito sulle menzogne”. (Foto di Win McNamee/Getty Images)

Il 31 gennaio, Gran Bretagna, Francia e Germania hanno annunciato un nuovo meccanismo di pagamento, il cosiddetto Strumento a sostegno degli scambi commerciali (Instex). Questo meccanismo è finalizzato a preservare il Piano d’azione congiunto globale (PACG) noto anche come accordo sul nucleare iraniano, dopo che gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo nel maggio del 2018 e poi hanno deciso di ripristinare – e di ampliare – le sanzioni a carico di Teheran, nel novembre del 2018. L’obiettivo principale dell’Instex è quello di garantire che l’Europa – e potenzialmente i Paesi terzi – possa continuare a fare affari con i mullah in Iran senza rischiare sanzioni da parte degli Stati Uniti per aver violato delle sanzioni americane.

“Instex appoggerà il legittimo commercio europeo con l’Iran, focalizzandosi inizialmente sui settori più essenziali per la popolazione iraniana, come quello farmaceutico, dei dispositivi medici e dei prodotti agro-alimentari”, hanno affermato in una dichiarazione congiunta i ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Germania e Francia. A lungo termine, Instex punta ad aprire ad altri paesi che desiderano intrattenere scambi commerciali con l’Iran, si legge nella dichiarazione congiunta. Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, ha dichiarato che Instex è “essenziale per la continua e piena attuazione dell’accordo sul nucleare”.

La Mogherini sembra fortemente impegnata a garantire che l’Iran – e l’Europa – continuino a beneficiare di vantaggi economici dall’accordo sul nucleare iraniano illegale, non firmato e non ratificato. “Oltre all’attuazione [dell’accordo] da parte dell’Iran, la rimozione delle sanzioni legate al programma nucleare è parte essenziale dell’accordo, pertanto continueremo a lavorare per preservare i dividendi economici della revoca delle sanzioni”, la Mogherini ha affermato di recente. “La nostra sicurezza collettiva richiede una solida architettura multilaterale per la non proliferazione e il disarmo. Per questo motivo l’Unione europea continuerà a lavorare per preservare l’accordo sul nucleare iraniano”, ha aggiunto la Mogherini, la quale ha sottolineato che Teheran sta rispettando il PACG.

Non è così. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo, riferendosi ai documenti sequestrati da Israele, ha dichiarato che l’accordo sul nucleare è stato “costruito sulle menzogne”. Inoltre, come si legge in un articolo dell’esperto iraniano Majid Rafizadeh, il capo dell’Organizzazione iraniana per l’Energia atomica, Ali Akbar Salehi, in una recente intervista alla tv di Stato iraniana Channel 2, ha affermato chiaramente che il fragile “accordo sul nucleare”, promosso dall’allora presidente americano Barack Obama, non ha fatto niente per impedire all’Iran di fare progressi nell’ambito del proprio programma nucleare. “Gli ultimi report sul progresso del programma nucleare di Teheran”, ha scritto Rafizadeh, “mostrano anche che l’Iran è sul punto di modernizzare il proprio sistema di produzione di uranio altamente arricchito che può essere utilizzato per costruire un’arma nucleare”.

I paesi membri dell’Ue come Francia, Germania e Regno Unito continuano a sostenere che l’Iran sta rispettando i suoi accordi: tali paesi evidentemente vogliono continuare a fare affari con i mullah. I dati ufficiali dell’Ufficio federale di statistica tedesco hanno rivelato che le esportazioni tedesche verso l’Iran sono aumentate del 4 per cento raggiungendo i 2,4 miliardi di euro nei primi dieci mesi del 2018 e i volumi delle esportazioni mensili dovrebbero attestarsi in media tra i 200 e i 250 milioni di euro al mese nel 2019. Nell’ottobre del 2018, le merci tedesche esportate in Iran ammontavano a quasi 400 milioni di euro, registrando un aumento dell’85 per cento rispetto all’ottobre precedente e costituendo il più alto volume mensile dal 2009, secondo la Reuters.

Un rapporto dell’intelligence tedesca ha inoltre rilevato che “l’Iran ha continuato a portare avanti il suo ambizioso programma di acquisizione della tecnologia necessaria per sviluppare il proprio programma missilistico”. Gran parte di questa attività a quanto pare ha avuto luogo in Germania: gli sforzi di Teheran finalizzati a sviluppare i suoi programmi nucleari e missilistici hanno comportato “32 tentativi di acquisire illegalmente tecnologia nucleare (…) che di certo o con buona probabilità sono stati intrapresi a beneficio dei programmi di proliferazione” nel land del Nord Reno-Westphalia, ha reso noto Fox News nel 2017.

La Germania si rifiuta perfino di rivelare i tentativi iraniani di ottenere armi nucleari e tecnologia missilistica, e afferma che non divulgherà più tali dati statistici, ha di recente riportato Fox News.

Se i tentativi iraniani di dotarsi di armi nucleari non scoraggiano le maggiori potenze dell’Ue dall’intrattenere relazioni commerciali con Teheran, allora esse che ne pensano della terrificante situazione dei diritti umani in Iran? L’Europa, dopotutto, ama vantarsi di essere impegnata a favore dei diritti umani. “L’Unione europea”, sostiene l’Ue, “si è assunta l’impegno di promuovere e tutelare i diritti umani. (…) I diritti dell’uomo rivestono un’importanza decisiva nelle relazioni dell’Ue con altri paesi e regioni del mondo. (…) La politica dell’Ue punta a:

promuovere i diritti delle donne, dei bambini, delle minoranze e degli sfollati
combattere la pena di morte, la tortura, la tratta di esseri umani e le discriminazioni
difendere i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali
difendere i diritti umani in attiva collaborazione con i paesi partner, le organizzazioni internazionali o regionali e gruppi e associazioni a tutti i livelli della società civile
includere clausole sui diritti umani in tutti gli accordi commerciali o di cooperazione con i paesi extra Ue”.

Quando si parla di relazioni dell’Europa con l’Iran, nessuno di questi nobili principi sembra importare. Secondo il rapporto annuale 2017-2018 di Amnesty International sull’Iran:

“Le autorità [iraniane] hanno fortemente limitato i diritti alla libertà d’espressione, associazione, riunione pacifica, così come la libertà di culto e religione, e hanno incarcerato decine di persone che avevano espresso apertamente il loro dissenso. I tribunali hanno celebrato processi sistematicamente iniqui. Tortura e altri maltrattamenti sono rimasti prassi comune e diffusa e sono stati commessi nell’impuni­tà. Sono state applicate condanne alla fustigazione, all’amputazione e altre pene crudeli. Le autorità hanno anche avallato forme pervasive di violenza e discriminazione per motivi di genere, opinioni politiche, credo religioso, etnia, disabilità, orientamento sessuale e identità di genere. Sono state effettuate centinaia di esecuzioni, anche pubbliche, e tra le migliaia di prigionieri del braccio della morte c’erano anche due minori di 18 anni all’epoca del reato”.

Soprattutto le donne, a quanto pare, hanno subìto abusi. Secondo il report:

“Le donne hanno continuato ad affrontare una radicata discriminazione nella legge e nella prassi, anche in relazione all’accesso al divorzio, all’impiego, alla parità di diritti d’eredità, alle cariche pubbliche e nell’ambito della famiglia e del diritto penale. (…) Le autorità non hanno provveduto ad adottare leggi che criminalizzassero specificatamente la violenza di genere. (…) L’età minima legale per il matrimonio delle ragazze rimaneva fissata a 13 anni, anche se i loro padri e nonni potevano ottenere il rilascio di un permesso di tribunale per farle sposare a un’età anche inferiore. Tutte e 137 le donne che si erano registrate come candidate presidenziali sono state dichiarate non idonee dal Consiglio dei Guardiani. Il presidente Rouhani non ha ammesso la presenza di donne ministro nel suo gabinetto di governo, nonostante le richieste avanzate dalla società civile. La legge che prevede l’obbligatorietà del velo (hijab) ha continuato a essere utilizzata da polizia e forze paramilitari per prendere di mira le donne con ves­sazioni e detenzioni, anche solo per aver lasciato intravedere ciocche di capelli da sotto il velo o per avere indossato capi d’abbigliamento ritenuti attillati. (…)”.

Evidentemente nessuno di questi fatti ha infastidito la Mogherini e company.

E che dire poi del fatto che l’Iran è il principale Stato sponsor del terrorismo a livello globale? Del resto, secondo il governo olandese, Teheran ha pianificato quattro attacchi terroristici sul suolo europeo, soltanto dal 2015. Il governo dell’Aja ritiene che l’Iran sia responsabile di due omicidi nei Paesi Bassi e che abbia pianificato un attacco in Danimarca e un altro in Francia – il secondo a una manifestazione di dissidenti.

A dirla tutta, l’Ue ha compiuto i più piccoli gesti patetici fingendo di preoccuparsi del terrorismo iraniano: ha imposto sanzioni al ministero dell’Intelligence iraniano e a due cittadini iraniani.  Ma un po’ di terrorismo sponsorizzato dallo Stato interferisce nelle relazioni commerciali tra l’Iran e l’Ue, per preservare un accordo illegale e non firmato con Teheran?   Sognatevelo!

Nessun tipo di violazioni dei diritti umani, per quanto atroci possano essere – o di azioni terroristiche contro i propri cittadini o di inganni per acquisire una tangibile capacità nucleare da scatenare contro Israele, gli Stati Uniti per poi infine minacciare l’intero Occidente – si direbbe scoraggiare l’Ue dalla sua collusione criminale con l’Iran. L’Europa pare determinata ad andare incontro alla distruzione in piena consapevolezza.

Judith Bergman è avvocato, editorialista e analista politica. È Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute.

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