Vincono i “populisti”e crolla la sinistra globalista <di Giorgio Da Gai>
Nel maggio del 2017, l’elezione di Macron in Francia faceva tirare un sospiro di sollievo alla Troika (F.M.I, C.E, B.C.E.) e alle oligarchie politico finanziarie, l’ondata populista in Europa aveva subito una battuta d’arresto e forse si stava esaurendo. I risultati delle elezioni italiane smentiscono questa ipotesi, a vincere sono stati i partiti “populisti”, alla camera: il Movimento 5 stelle si afferma come primo partito, ottiene il 32,68% dei voti e 133 seggi; la coalizione di centro destra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e l’insignificante UDC) vince la tornata elettorale, ottiene il 37% dei voti e 151 seggi (la Lega supera gli alleati e si prepara a guidare un eventuale governo); la sinistra crolla, ottiene il 22,85% dei voti e 112 seggi, ne aveva ottenuti 345 alle politiche del 2013. Non poteva andare peggio al fanfarone fiorentino che da “rottamatore” sarà “rottamato”.
La cariatide Berlusconi ha la dentiera che batte, la tricoprotesi incollata in testa ma non molla; certi vecchi non hanno il buon gusto di togliersi dai coglioni. D’Alema è trombato, la Boldrini si salva grazie al “paracadute” del proporzionale, l’orrenda Bonino viene eletta grazie al meccanismo dell’uninominale. Sono questi i rappresentanti della sinistra al “caviale”, libertaria e liberista: predicano la cultura dell’accoglienza e giustificano le guerre umanitarie incuranti delle disastrose conseguenze; usano l’antifascismo e la lotta alle discriminazioni per imporre la dittatura del politicamente corretto e del reato di opinione, praticano lo squadrismo mediatico bollando come “fascista”, “razzista”, “omofobo” ogni pensiero non omologato; sono i pedissequi esecutori delle politiche neoliberiste imposte dalla Troika che hanno impoverito milioni di europei, antepongono l’aborto e l’eutanasia alla natalità.
Le forze di governo, i servi sciocchi dell’informazione, i sedicenti intellettuali progressisti erano scesi in campo per fermare la deriva “populista” del Paese. Degne di nota sono state le patetiche manifestazioni “antifasciste” e “antirazziste” che hanno segnato la campagna elettorale; qui gli squadristi dei centri sociali hanno sfogato la loro violenza sulle forze dell’ordine e sui cittadini; una violenza che prospera grazie all’impotenza-connivenza delle istituzioni, magistratura compresa. Tutto questo non è servito a fermare l’onda “populista”. I “populisti” hanno saputo incanalare la rabbia e la disperazione di milioni d’ italiani: stanchi di vedere il Paese trasformato in fogna multietnica, grazie a un’immigrazione che genera criminalità, sfruttamento e minaccia la nostra identità storica e culturale (l’islamizzazione); stanchi di sopportare i privilegi di una casta inetta e corrotta, prostituita ai poteri forti e incapace di difendere gli interessi nazionali; stanchi di subire le politiche di austerità imposte dall’Unione Europea.
Dai risultati elettorali non emerge una maggioranza che ha i numeri per governare il Paese (la maggioranza assoluta alla Camera è di 315 seggi). Escluso il ricorso a nuove elezioni tutte le ipotesi rimangono aperte, non mi dilungo perché questa non è la mia materia.
Voglio invitarvi a riflettere sugli aspetti geopolitici di questo voto. Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle, pur da posizioni diverse condividono una profonda e legittima diffidenza verso le istituzioni europee, sono critici verso l’Euro, vedono nella Russia un potenziale alleato e non un nemico. Diffidano dalle guerre imperialiste camuffate da crociate umanitarie, interventi militari ai quali partecipiamo seguendo con fedeltà canina le direttive di Washington.
Ci sono le condizione per una nuova politica meno filoatlantica e più euroasiatica? Più sovranista e meno globalista?
E’ presto per dirlo però le premesse ci sono.
L’Italia è un Paese strategico per gli equilibri dell’Europa e del Mediterraneo (la Nuova via della seta, i flussi migratori che dall’Africa e dal Medio Oriente arrivano in Europa, il nostro peso economico e politico condiziona il futuro dell’Unione e dell’euro, gli Stati Uniti controllano l’Europa e il Mediterraneo grazie alle basi in Italia, per la Russia e per la Cina non siamo nemici e rappresentiamo un Paese che può dare molto sotto ogni profilo) ma resta un adolescente politico, incapace di tutelare gli interessi nazionali (gli obbiettivi politici ed economici di uno Stato, i valori che intende difendere) lo abbiamo visto con la crisi libica, le sanzioni alla Russia e la gestione dei migranti. L’Italia è un eterno Peter Pan privo di dignità nazionale e di lungimiranza politica: convinto che la Guerra Fredda non sia finita e quindi la sudditanza-riconoscenza verso gli Stati Uniti sia eterna; convinto che questa Europa sia l’unica possibile e che alle sue istituzioni si debba cieca obbedienza. Ai dogmi della fede cattolica abbiamo sostituito quelli della fede “atlantica”, “europea” e del “mercato”.
E’ arrivato il momento di crescere e di alzarci in piedi, sono in gioco il nostro futuro e la nostra dignità.
Lo capiranno i pentastellati appoggiando un governo sovranista?
Che Dio protegga l’Europa dei popoli e delle “patrie”.
< N.d.R. un vivo ringraziamento al nostro caro amico Dott. Giorgio Da Gai per questo contributo>